Onorevoli Colleghi! - Con la presente proposta di legge si propone di modificare la legge 9 dicembre 1998, n. 431. Punto di partenza della presente iniziativa è la constatazione molto realistica che l'applicazione della legge n. 431 del 1998 non ha determinato una modificazione nelle tendenze generali nel settore abitativo privato, innescate dai patti in deroga. Abbiamo assistito alla continua lievitazione dei canoni privati che hanno raggiunto cifre semplicemente incompatibili con le retribuzioni. La prova sta nel fatto che dal 1999 ad oggi la principale motivazione delle sentenza di sfratto risiede nella morosità (70 per cento del totale degli sfratti emessi in Italia). Al contempo si è acuita l'emergenza abitativa, in particolare nelle aree metropolitane, che, ha una precipitazione sociale negli sfratti, le seicento mila famiglie che sono collocate utilmente nelle graduatorie dei bandi per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, nelle richieste, ogni anno in aumento, di contributi all'affitto.
      La motivazione della sostanziale inefficacia della legge n. 431 del 1998 è data da una questione centrale, non risolta dalla stessa legge: la presenza di due canali contrattuali, quello del libero mercato e quello concordato. La possibilità di scelta che rimane in capo alla proprietà, su quale tipologia di contratto adottare, l'esiguità del beneficio fiscale a favore della contrattazione collettiva dei canoni, l'assurdità della sussistenza di benefìci fiscali anche per la proprietà che scelga il libero mercato, rendono di fatto residuale il campo dell'applicazione del canale concordato,

 

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relegandolo all'area della grande proprietà pubblica e in parte di quella privata.
      A quanto detto si devono aggiungere altri due fattori negativi:

          una gestione della legge n. 431 del 1998, da parte dei Governi che si sono succeduti, assolutamente negativa su due punti chiave: da un lato, gli sgravi fiscali per gli inquilini sono stati riservati (contraddicendo lo spirito e la lettera della legge) solo a quelli che optano per il canale concordato (quindi una minima parte degli aventi diritto); dall'altro, il contributo di sostegno all'affitto si è ridotto ulteriormente a causa delle scelte nefaste operate dalle leggi finanziarie approvate dalla maggioranza che sosteneva il precedente Governo Berlusconi;

          l'intervento della Corte costituzionale che ha cancellato le parti più innovative della legge n. 431 del 1998, tra le quali, l'obbligo di dimostrare la regolarità fiscale come condizione per l'esecuzione dello sfratto e l'intervento sul risarcimento del danno.

      È quindi, a parere dei proponenti, assolutamente necessario riproporre un intervento legislativo che sciolga i nodi irrisolti della citata legge n. 431 del 1998.       La proposta di legge che presentiamo si fonda su tre punti fondamentali:

          a) l'obbligo all'affitto attraverso un uso adeguato della leva fiscale;

          b) l'abolizione del canale della libera contrattazione dei canoni;

          c) il superamento dell'istituto dello sfratto per finita locazione.

      A tali punti si aggiunge un intervento in materia fiscale che garantisce a tutti gli inquilini, a prescindere dal tipo di contratto stipulato, il diritto a godere della detrazione fiscale prevista dalla legge.
      Ricordiamo che tale proposta di legge interessa una platea di alcuni milioni di famiglie, in gran parte composte da soggetti con redditi medio-bassi e che gli affitti hanno un peso rilevante nell'aumento dell'inflazione.

 

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